
Il regime forfettario - (camminodellappia.it)
Il regime forfettario prevede una imposta sostitutiva dell’Irpef (5% o 15%). Ecco cosa si può scaricare e come farlo
Il regime forfettario è una scelta sempre più popolare tra i liberi professionisti e le piccole imprese in Italia, grazie alla sua semplicità e ai vantaggi fiscali che offre. Tuttavia, è importante comprendere le differenze significative rispetto al regime ordinario, in particolare per quanto riguarda le deduzioni e le detrazioni fiscali. In questo articolo, esploreremo come funziona il regime forfettario, quali spese possono essere dedotte e in quali circostanze è possibile beneficiare di detrazioni fiscali, anche per i contribuenti che operano sotto questo regime.
Il regime forfettario è un sistema fiscale semplificato che consente ai contribuenti di calcolare il reddito imponibile in modo più facile. Invece di dover registrare tutte le spese e dedurle dal reddito, i contribuenti forfettari applicano un coefficiente di redditività ai loro ricavi, da cui ottengono il reddito imponibile. Questo coefficiente varia a seconda del tipo di attività svolta e può oscillare tra il 40% e l’86%. Ad esempio, un professionista con un coefficiente di redditività del 40% considera solo il 40% dei suoi ricavi come reddito imponibile, mentre il restante 60% è considerato come costo forfettario.
Deduzioni e detrazioni nel regime forfettario
Chi sceglie il regime forfettario paga un’imposta sostitutiva dell’Irpef, fissata a una percentuale ridotta. Le aliquote variano a seconda del reddito:

- 5% per i redditi inferiori a 65.000 euro per i primi cinque anni di attività.
- 15% per i redditi successivi.
Questo rappresenta un vantaggio significativo rispetto al regime ordinario, dove le aliquote partono dal 23% e possono arrivare fino al 43% per i redditi più elevati.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, anche i contribuenti forfettari possono dedurre alcune spese, sebbene in misura limitata. È fondamentale comprendere quali spese possono essere dedotte e quali, invece, non possono beneficiare di tale trattamento.
Nel regime forfettario, sono deducibili principalmente le contribuzioni previdenziali obbligatorie. Queste spese, che comprendono i contributi all’INPS o a casse professionali, possono ridurre l’imponibile del forfettario. È importante notare che le deduzioni per queste spese sono molto più limitate rispetto a quelle che un contribuente in regime ordinario potrebbe detrarre.
Le spese più comuni, come quelle per spese mediche, istruzione, interessi passivi sui mutui, ristrutturazioni edilizie e carichi familiari, non sono deducibili per i contribuenti forfettari. Questo è dovuto al fatto che il sistema di deduzioni è concepito per ridurre l’Irpef, e poiché i contribuenti forfettari non pagano quest’imposta, non possono beneficiare di tali deduzioni. Pertanto, chi sceglie il regime forfettario deve essere consapevole di queste limitazioni e pianificare di conseguenza.
Uno dei principali vantaggi del regime forfettario è la semplicità nella gestione fiscale. Non essendo obbligatoriamente tenuti a registrare ogni singola spesa, i contribuenti possono risparmiare tempo e risorse. Inoltre, la possibilità di applicare un coefficiente di redditività consente di dedurre una percentuale fissa dei ricavi, il che può risultare vantaggioso, soprattutto se i costi effettivi sono inferiori a quella percentuale.
Nonostante le limitazioni, ci sono situazioni in cui un contribuente forfettario può beneficiare di detrazioni. Se un professionista o un imprenditore forfettario ha anche altre fonti di reddito assoggettate all’Irpef, come il lavoro dipendente o affitti, può godere delle detrazioni su tali redditi. Questo significa che, se il contribuente ha anche un reddito da lavoro dipendente o da locazione, può applicare le detrazioni previste dalla legge su questi redditi, come avviene per chi non adotta il regime forfettario.